Design

GIORGETTI

Confini e sconfini dell’abitare

Quattro anni fa, l’apertura al mondo delle cucine con i modelli GK, poi, la prima collezione per l’outdoor, “Open air”, firmata da Chi Wing Lo e da Ludovica +Roberto Palomba. Ieri, un’azienda dallo straordinario patrimonio manifatturiero, erede di una tradizione ebanistica centenaria, oggi, un’azienda capace di coniugare con spirito d’innovazione la sua storia d’alto artigianato ai nuovi scenari del design.

In continua evoluzione per offrire un’esperienza di lifesyle totalizzante, la parabola Giorgetti conferma la direzione intrapresa verso un approccio architetturale complesso: dal singolo pezzo di arredo al disegno dello spazio, dal mobile alla configurazione articolata degli ambienti. E, se il mondo contemporaneo pone oggi nuove sfide in termini di funzionalità, benessere, convivenza, richiedendo talvolta di ripensare i confini dell’abitare, l’azienda brianzola non resta a guardare. «Negli ultimi anni, l’insistenza sulla continuita fra ambienti interni ed esterni ha assunto una rilevanza tale da indurre anche noi a esplorare il mondo dell’outdoor, ma anche il dialogo fra dentro e fuori, lo sconfinamento fra le due dimensioni, con un nuovo protagonismo del verde che diventa elemento quotidiano dell’abitare contemporaneo», racconta Giancarlo Bosio, direttore creativo di Giorgetti.

CHE COSA È CAMBIATO RISPETTO AL PASSATO?

La contaminazione interdisciplinare, lo sconfinamento fra settori e categorie, sono tratti tipici della nostra epoca a tutti i livelli e a maggior ragione nelle abitazioni, dove l’esterno e l’interno si fondono in un continuum. GIORGETTI SI È APERTA A NUOVE DIMENSIONI, PER ESEMPIO, CON LA COLLEZIONE “OPEN AIR”. Nella ricerca di materiali e tessuti per l’outdoor ci siamo resi conto che le distinzioni vengono meno nell’utilizzo che ne fanno le aziende del design, dove i confini sono molto più fluidi e dove anche i tessuti da esterno hanno ormai una mano morbida e naturale da dissimularne la fattura in poliestere.

COM’È CAMBIATO L’USO DELL’ELEMENTO VEGETALE NELLA PERMEABILITÀ FRA GLI SPAZI?

Pensiamo, per esempio, ai giardini verticali del designer francese Patrick Blanc, diventati famosi agli inizi degli anni Duemila, o alla scultura Puppy realizzata da Jeff Koons nel 1992 di fronte al Museo Guggenheim di Bilbao: installazioni firmate da nomi importanti e presentate come veri e propri eventi. Oggi le pareti verdi verticali fanno parte della storia, in vent’anni hanno avuto una larghissima diffusione come parte integrante delle nostre case.

ANCHE GIORGETTI HA COLTO IL TREND?

In uno dei nostri modelli di cucina, la GK.03, abbiamo inserito un sistema integrato con uno speciale Led predisposto per la coltivazione del proprio piccolo orto domestico. L’idea è nata quattro anni fa, quando è esplosa la moda degli orti sui tetti, sdoganata da celebrità come Gwyneth Paltrow. Proposi allora, in occasione di una fiera, una sorta di installazione, con un piccolo orto girevole su pedane mosse da un nastro, e successivamente i colleghi della progettazione hanno studiato una modalità per integrare l’orto in maniera strutturale. Oggi, le piante non entrano in cucina come elemento decorativo ma come vera e propria fonte di nutrimento.

QUINDI LA FUNZIONE DEL VERDE NON È PIÙ SOLO ORNAMENTALE?

Esatto. Che una pianta sia veicolo di benessere, che regali un senso di piacere, estetico e psicologico, è noto da tempo. Tant’è che già a metà dell’Ottocento integrare il verde in casa era la prassi: negli interni borghesi di fine secolo le cosiddette giardiniere rappresentavano un elemento irrinunciabile. Le si vede ritratte anche nei dipinti dell’epoca, contenenti grandi decorazioni floreali. Oggi, sul concetto ornamentale prevale il concetto “tecnico”: nel caso della parete verticale può essere una funzione architettonica, nel caso dell’orto si tratta di portare all’interno la possibilità di coltivare e di utilizzare il verde coltivato come nutrimento. Si è passati dal contemplare al coltivare.

LA NECESSITÀ ATTUALE DI VIVERE PIÙ A LUNGO LO SPAZIO ABITATIVO HA STIMOLATO IN GIORGETTI A UNA RIFLESSIONE SULLA NARRAZIONE DELL’AMBIENTE CASA?

Giorgetti è da sempre un punto di riferimento per uffici di rappresentanza e governativi, ambienti non residenziali nei quali già da anni abbiamo introdotto un approccio più vicino al contesto domestico, a quel tipo di vivibilità. La nostra scrivania o il tavolo riunioni, per esempio, hanno assunto un look meno formale, pensato per chi realmente li utilizza. In ambito privato, poi, la vocazione a valorizzare la vita ricca, complessa, stratificata di chi abita l’ambiente domestico si esprime anche nella forte tradizione del mobile contenitore, inteso come raccoglitore di storie, memorie, oggetti d’uso che sono espressione di quella singolarità.

IL CONTATTO CON LA NATURA È AVVERTITO COME VALORE ANCHE NELL’AMBIENTE CASA?

Sicuramente. L’anno scorso al Salone del mobile avevamo inserito dei raccoglitori sospesi per orchidee. Nel 2018, avevano riscosso grande consenso ampie strutture a disco, da cui pendevano piante rampicanti che creavano una sorta di giungla domestica. Si è passati dalla centralità assoluta del legno e delle caratteristiche di ebanisteria a un’apertura verso il mondo del verde, con un progetto che coinvolge tutti gli spazi e le superfici.


BOUNDED AND UNBOUNDED HOMES

Giorgetti has presented fours years ago GK kitchens, followed by the “Open Air” collection, designed by Chi Wing Lo and Ludovica+Roberta Palomba and showing that – with its extraordinary hundred-year old manufacturing heritage – it is able to attune innovation and high handcraft with the new scenarios of design. The new direction of Giorgetti is confirmed towards an architectural approach, from the piece of furniture to the configuration of the spaces. «In these last years, the continuity between external and internal spaces has gained such a relevance that it drove to explore the outdoor dimension, with the green element as part of contemporary living», says Giancarlo Bosio, Creative Director of Giorgetti.
What is the difference between now and the past?
The attitude to diversify spaces has gone out, while the trespassing among sectors and categories is typical of our time. Homes have become a continuum between indoor and outdoor. Giorgetti presented the “Open Air” collection in 2017. This changed the selection criteria of materials and fabrics, manifesting a very wide difference: outdoor, they have to resist to atmospheric agents. So saying, design has imposed a new touch to outdoor textile, that are in polyester and very soft.
Are we talking about synthetic fibers?
Outdoor they are mandatory. But they can no longer be distinguished to the sight and touch. In the Eigthties, external fabrics were raw, typical of yachting. Today, they are so alike to those for indoor, included their hues. We introduced a velvet for outdoor, one hundred per cent polyester, similar to the velvet for indoor. As far as woods, we chose the same colors in order to keep a chromatic dialogue between inside and outside.
How has green changed?
We can think about the green walls of the French designer Patrick Blanc, famous at the beginning of the 2000s or the sculpture Puppy made by Jeff Koons in 1992, in front of the Guggenheim Museum in Bilbao. Today, green walls or little greenhouses, or birdhouses represent a green micro-world of northern origin and now part of our homes.
Has Giorgetti got that trend too?
In our GK.03 kitchen, there is an integrated system with a special led light to grow a private little vegetable garden. This idea was born from the vegetable gardens on the rooves. Today, green is not only a decoration in the kitchen, but a true source of nutrition.
Is Giorgetti narrating new homes, moving by the need of living the space?
Giorgetti takes inspiration by reading trends. We are transforming representative and governative offices into more livable ones. Our desks or meeting tables have assumed a less formal look, thought for users, not only for their appearance. In private furnishing, we chose to express the life of the user, conjugating the strong tradition of a piece and its capacity of gathering memories and objects used in everyday life.
Don’t you believe that contact with nature is perceived as a value, even in a confined space like home?
I do. This year we will present some baskets, for indoor and outdoor, that can be used as cachepots. Green is not mere decoration, but part of the project. We can see this trend by florists that are no longer selling just plants, but ideas to be increasingly integrated in space. The cancellation of the Salone del mobile forces all the players of design to think over their communication strategies …
The Salone – representing a logistic and economical opportunity for most – is a very strong injection of energy, enthusiasm and share for the whole sector. It is a vital moment, that we will all miss. Companies being a point of reference, like Giorgetti, seize the opportunity of transmitting their values in person.
As far as we are concerned, we are working on alternative communication methods for new products and new projects.

www.giorgettimeda.com